Il settore degli affitti brevi a Milano è in continua evoluzione, e con l’introduzione del Codice Identificativo Nazionale (CIN) dal 1° settembre 2024, ci sono importanti novità per chi vuole mettere a reddito la propria casa. Se gestisci una struttura o stai pensando di affittare il tuo immobile per periodi brevi, è fondamentale capire cosa comporta il Codice Identificativo Nazionale, come ottenerlo e quali sono le conseguenze se non ti adegui alla normativa.
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CIN: a cosa serve?
Il Codice Identificativo Nazionale (CIN) è una misura introdotta per regolamentare il mercato degli affitti brevi. Il suo obiettivo principale è garantire trasparenza e sicurezza. Con il CIN, ogni struttura ricettiva è facilmente identificabile dalle autorità competenti, contrastando l’ospitalità irregolare e promuovendo una maggiore conformità normativa. Questo codice sarà obbligatorio per tutte le locazioni brevi, e dovrà essere esposto sia all’esterno della struttura che in tutti gli annunci online.
CIN: come si ottiene?
Ottenere il Codice Identificativo Nazionale è semplice ma richiede alcuni passaggi obbligatori. Per prima cosa, dovrai accedere alla Banca Dati delle Strutture Ricettive (BDSR) tramite il portale del Ministero del Turismo https://bdsr.ministeroturismo.gov.it/ utilizzando lo SPID o la CIE. Successivamente, dovrai presentare una domanda completa di una dichiarazione sostitutiva che include i dati catastali dell’immobile e la conformità degli impianti di sicurezza. Se già possiedi un codice regionale, potrai richiedere la conversione al Codice Identificativo Nazionale entro 30 giorni dall’attivazione della piattaforma nazionale.
CIN: è obbligatorio?
Assolutamente sì. Il Codice Identificativo Nazionale è obbligatorio per tutte le locazioni brevi con durata inferiore a 30 giorni. Questo significa che ogni struttura, sia essa gestita da privati che da professionisti, dovrà disporre del CIN ed esporlo correttamente. È anche necessario che il Codice Identificativo Nazionale sia incluso in ogni annuncio pubblicitario, sia sui portali di intermediazione che su piattaforme come Airbnb o Booking.
CIN: chi deve richiederlo?
Il Codice Identificativo Nazionale deve essere richiesto da tutti coloro che gestiscono strutture ricettive per affitti brevi. Questo include i proprietari di case vacanze, appartamenti e stanze affittate per brevi periodi, così come i titolari di strutture alberghiere ed extra-alberghiere. Anche i portali immobiliari saranno coinvolti, assicurandosi di pubblicizzare solo strutture in possesso del CIN. Se stai pensando di affittare la tua proprietà a Milano, è fondamentale che tu richieda il Codice Identificativo Nazionale per evitare sanzioni.
CIN: entro quando bisogna adeguarsi?
Il termine ultimo per richiedere il Codice Identificativo Nazionale è il 2 novembre 2024. Entro questa data, tutte le strutture ricettive dovranno essere registrate nella Banca Dati delle Strutture Ricettive e dotarsi di un Codice Identificativo Nazionale valido. Non aspettare l’ultimo minuto: richiedere il CIN è un passo cruciale per conformarsi alla legge e garantire che la tua attività di locazione breve sia legale e trasparente.
CIN: penalità e multe per chi non lo ha richiesto
Non adeguarsi alla normativa sul Codice Identificativo Nazionale comporta pesanti sanzioni. Chi non richiede il Codice Identificativo Nazionale può ricevere multe che vanno da 800 a 8.000 euro, a seconda delle dimensioni della struttura. Se non esponi correttamente il codice, rischi una sanzione compresa tra 500 e 5.000 euro. Inoltre, le strutture che non rispettano i requisiti di sicurezza, come la presenza di rilevatori di gas e monossido di carbonio, possono essere multate fino a 6.000 euro. Le multe per affitti non registrati possono raggiungere i 10.000 euro.
Le sanzioni entreranno in vigore a partire da gennaio 2025, ma è essenziale che i gestori delle strutture si adeguino entro novembre 2024 per evitare spiacevoli sorprese.
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